Mentre si contano circa 30.000 imprese a rischio fallimento con oltre 48.000 addetti che verranno sicuramente licenziati, causa problemi sulla cessione dei crediti, chi ha cominciato i lavori non può dormire sonni tranquilli con i tantissimi cantieri attualmente bloccati.
Il tema è principale anche nella discussione politica di questa campagna elettorale, in vista delle elezioni di domenica 25 settembre. D’altronde, da tempo i bonus edilizi sono al centro di alcune critiche per il presunto peso sulle casse dello Stato e per via delle modifiche spesso rimodulate in Parlamento nel corso degli ultimi 10 mesi, soprattutto sull’aspetto della cessione del credito di imposta, uno dei “meccanismi” più utilizzati per ricevere il bonus.
In sintesi, la detrazione fiscale si può trasferire a imprese, banche, enti o professionisti e in cambio della cessione del credito, chi ristruttura un’abitazione ha la possibilità di avere subito i soldi che servono per iniziare i lavori, oppure anche \per accedere a un mutuo o a un finanziamento. Una persona che vuole fare dei lavori di efficientamento energetico può pagare l’impresa, invece che una somma ipotetica di 10mila euro, con il credito d’imposta di 11mila euro. Chi compra un credito di imposta fa un investimento sicuro, se sa che può poi cederlo a sua volta per esempio a una banca.
In un primo momento, il Superbonus (e anche gli altri bonus) consentiva di cedere il credito per un numero illimitato di volte, poi però le regole sono state cambiate per presunte irregolarità da parte delle imprese e dei richiedenti.
Ma cosa vogliono fare i partiti e cosa potrebbe succedere dopo le elezioni? Quali sono le proposte nei loro programmi elettorali sul superbonus 110% e in generale sui bonus edilizi?
Le posizioni dei principali schieramenti sono differenti: c’è chi propone il mantenimento della misura e del sostegno economico, chi parla di un riordino degli incentivi fiscali destinati principalmente all’efficientamento energetico degli immobili, e chi nel programma elettorale non fa alcun riferimento al tema.
Ma verifichiamo nel dettaglio:
Nel programma del centrodestra c’è un futuro per il superbonus 110%

La coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia), nel programma comune, riguardo ai bonus edilizi si legge che è prevista la “salvaguardia delle situazioni in essere” e il “riordino degli incentivi destinati alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico degli immobili residenziali pubblici e privati”.
Sembra esserci una volontà di conferma dell’incentivo attuale, con una proposta di riorganizzazione semplificata dei bonus edilizi.

È Forza Italia che nello specifico propone la razionalizzazione e semplificazione della normativa sugli incentivi edilizi, sull’efficientamento energetico (superbonus) e sul sismabonus, “rendendola strutturale”.

Nel programma della Lega inoltre si legge: “Si prevede un intervento sulla misura del superbonus che garantisca garanzie per l’accesso all’agevolazione fiscale per tutti i soggetti che hanno già maturato il diritto” e poi, “ Rendere il superbonus più coerente e applicabile, contemperando le esigenze di contenimento degli oneri a carico dello Stato con quelle di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico degli edifici, rispondendo agli interessi e alle preoccupazioni di proprietari di casa, imprese e tecnici”.
Il partito di Matteo Salvini è quello che va più nel dettaglio, proponendo “per le villette la rimozione del vincolo del Sal (stato avanzamento lavori) a settembre, mentre per le prime case e in bassa classe energetica interventi anche dal 2023 ma con décalage dell’incentivo”. E ancora, nel programma della Lega si legge: “Per gli alloggi ex Iacp la riduzione Sal lavori dal 60% al 30% del 30 giugno 2023 e la proroga dal 2023 al 2025 ove i lavori è necessario affidarli con gara; semplificazioni per la cessione del credito, possibile anche per i piccoli importi, nel trasferimento dalle banche ai clienti”. In un altro passaggio, la Lega propone di “prevedere la stabilizzazione degli ecobonus per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare privato”
Nel centrosistra, il superbonus assente nei programmi elettorali

Nel programma del centrosinistra, invece, non c’è un riferimento specifico al tema dei bonus. Stessa scelta, cioè nessun riferimento, nel programma di Azione e Italia Viva.

Nell’accordo iniziale che qualche settimana fa era stato siglato tra il leader del Pd Enrico Letta e quello di Azione Carlo Calenda, uno dei punti era: “Correggere lo strumento del reddito di cittadinanza e il bonus 110%, in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi”.
Proprio il presidente del Consiglio Mario Draghi, lo scorso 20 luglio in Senato, nel suo intervento aveva riferito che “per quanto riguarda le misure per l’efficientamento energetico e più in generale i bonus per l’edilizia, intendiamo affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, ma al contempo ridurre la generosità dei contributi”. Letta e Calenda, dunque, volevano una stretta sul bonus. Poi però il loro accordo elettorale è saltato.
Cosa vuole fare invece il Movimento 5 stelle

Il M5S che è sponsor della misura, propone la stabilizzazione del Superbonus 110% e in generale di tutti gli altri incentivi che riguardano l’edilizia, l’energia e l’ambiente.
Il presidente Conte ha spiegato che il M5s è dalla “parte della transizione ecologica e dell’ambiente, che ha intenzione di proteggere attraverso un nuovo superbonus energia imprese, la stabilizzazione del superbonus e degli altri bonus edilizi, per garantire liquidità a cittadini e imprese attraverso il meccanismo della cessione dei crediti d’imposta”.
Infatti nel programma dei 5 stelle, al punto “cessione crediti fiscali strutturale”, si legge: “Stabilizzare l’innovativo meccanismo che ha decretato il successo del Superbonus, che è in grado di mettere a disposizione di famiglie e imprese ingente liquidità e che può essere esteso ad altre agevolazioni per investire a costi ridotti nella transizione ecologica”.

Cosa significa? A quanto pare, il partito di Giuseppe Conte vuole mantenere il sostegno economico così com’è, senza alcuna modifica, se non per rafforzarlo nella parte energetica.
articolo di Antono Crescenzo | direttore generale di valorizzo.it